Resident Evil 6 - Recensione Parte 2

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_Alfredo99_
view post Posted on 5/10/2012, 18:50     +1   -1




Resident Evil 6 - Recensione Parte 2
Non è facile tracciare un profilo complessivo di Resident Evil 6. Si tratta di uno sparatutto in terza persona con una sua particolare impostazione, che lo rende comunque unico nel panorama. E c'è una varietà di situazioni che ha davvero pochi pari sul mercato. Ma c'è anche un sistema di controllo un po' goffo, una telecamera che non si adatta benissimo al genere e, come vedremo, una componente tecnica tutt'altro che eccelsa.
Gridare allo scandalo però è inutile: perchè giocando a Resident Evil 6 in fondo ci si diverte, una volta accettati certi compromessi. Se siete puristi irreprensibili (del Survival Horror ma anche del Third Person Shooter), quasi sicuramente resterete delusi. Diversamente il prodotto Capcom potrebbe anche catturarvi. Giocato in rete, quando un secondo utente sopperisce agli assurdi comportamenti del compagno gestito dalla CPU, la formula funziona bene. Purtroppo lo Split Screen è tremendo, e ci infila in due finestre di dimensioni ridotte invece che in una classica metà dello schermo. Da soli o in compagnia, comunque, è facile lasciarsi trasportare e trovarsi a rigiocare le stesse sezioni, alla ricerca magari di più punti abilità con cui sbloccare varie skill per migliorare le prestazioni del personaggi. Come veri e propri Perk, queste permettono di aumentare i danni o la resistenza, trasportare più erbe o più proiettili, e per potenziarle bisogna faticare abbastanza.
Il Resident Evil Network, in tal senso, funge da collante per la community, concentrando gli sforzi dei giocatori verso obiettivi comuni (che cambiano costantemente) e convincendo quasi tutti a tornare regolarmente sui server.
Altrimenti ci si può dedicare allo sterminio incontrollato della modalità Mercenari, mentre la Caccia all'Uomo, in cui si impersona una creatura che invade la partita di altri utenti, è un piacevole diversivo.
La struttura di Resident Evil 6 è insomma ben congegnata, e a livello quantitativo il titolo Capcom non si fa mancare niente. Basta considerare che ognuno dei cinque capitoli di ogni campagna dura circa un'ora, e ci vogliono complessivamente oltre venti ore di gioco per portare a termine Resident Evil 6. Per uno sparatutto in terza persona è un quantitativo allucinante: una campagna, presa singolarmente, dura quanto l'intenso Story Mode di un qualsiasi Call of Duty. Certo, molte delle situazioni sono ripetitive, e a volte le sparatorie vengono tirate per le lunghe, ma dal punto di vista dei contenuti Capcom ha fatto un lavoro eccezionale.

La pelle degli zombie
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Molto meno brillante è invece la grafica. Il motore di Resident Evil 6, una versione riadattata di quello del quinti capitolo, mostra evidenti problemi tecnici, che rendono questo episodio molto controverso. I modelli dei protagonisti sono globalmente ben costruiti, e nonostante le animazioni non siano certo fra le migliori che ricordiamo, Chris, Leon e compagnia bella fanno la loro figura. Non che la mole poligonale sia eccelsa: basta vedere le inquadrature ravvicinate delle cut-scene. Anzi in questi casi Resident Evil 6 mette in luce qualche semplificazione di troppo, che si legge nei volti non sempre espressivi dei comprimari. Buona parte degli sforzi si sono concentrati sui protagonisti principali, mentre Helena, Sherry e Piers sembrano un po' meno rifiniti.
Ben più che sufficiente è il risultato globale per quanto riguarda la realizzazione dei personaggi, anche se il self shadowign proietta ombre dai contorni molto sgranati.
Il vero problema riguarda invece le texture ambientali. La qualità di queste ultime è veramente altalenante: si va da texture decenti, accettabili e ben definite, ad altre che sono un pasticcio indefinito di pixel, un grumo indistinto di colori. Non è un'esagerazione retorica: alcune texture in Resident Evil 6 sono più brutte di quelle Old-Gen, sicuramente peggiori rispetto a quelle del quinto capitolo. In movimento la questione passa in secondo piano, ma visto che in molti casi il gioco ci costringe a camminare lentamente per esplorare con lo sguardo le ambientazioni, spesso e volentieri l'occhio cade su queste leggerezze. Scelte non proprio eleganti si notano anche nella selezione di texture che ricoprono i modelli dei nemici, anche questi non sempre curatissimi.
Gli sforzi di Capcom sembrano concentrarsi sull'ottimizzazione del codice, che garantisce una buona fluidità ma non si risparmia qualche calo, e soprattutto sull'utilizzo di effetti speciali e fonti di luce. L'atmosfera globale è regalata anche dalla buona mole di dettagli che caratterizzano le ambientazioni, ed in generale la qualità del colpo d'occhio oscilla, ma non eccelle quasi mai.
Assente però il tearing, e discretamente funzionante il filtro Anti Aliasing.
Dal punto di vista sonoro si segnalano brani efficaci per sottolineare la tensione, ben orchestrati e d'ampio respiro, che accompagnano in maniera efficace le varie fasi di gioco, senza risultare invadenti. Ovviamente l'accompagnamento risulta un po' monocorde, proprio nella misura in cui non ha troppi picchi di drammaticità o momenti seriamente spaventosi da sottolineare: la tracklist è comunque efficace per il genere d'appartenenza. Un po' meno limpide sono le campionature degli effetti ambientali, dagli spari ai rumori di zombie e J'avo: già dal quarto capitolo uno dei punti deboli della serie.
Questo Resident Evil 6 è poi completamente doppiato in italiano, sottolineando un grande sforzo produttivo da parte di Capcom, che già con il Revelations aveva sorpreso tutti i fan, rendendo il prodotto appetibile ad una larga fetta di utenza. La selezione di voci ha qualche attore indovinatissimo ed altri un po' meno (Leon su tutti), ma la qualità del lavoro non si mette in discussione: le battute sono ben recitate ed espressive, sia nelle scene d'intermezzo che nelle fasi giocate. Manca però totalmente il Lip Synch, e non siamo totalmente convinti di fronte a certe scene ricolme di riferimenti ai vecchi capitoli, che forse richiedevano un po' più di Pathos.
©_Alfredo99_'
 
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